FLORILEGIO DI STEMMI COMUNALI E CITTADINI NELL’ANONIMATO

Visitando il blog di Giuseppe Tringali http://peppetringali.myblog.it/archive/2009/09/29/lo-stemma-comunale.html#comments, ho avuto la sorpresa di leggere un articolo dal titolo "Lo stemma comunale". 

Articolo che potrebbe essere condivisibile in alcune parti ma che lascia perplessi per la mancata firma del pezzo. Considerato che vengono chiamati in causa Enti e Istituzioni della città non sarebbe bene assumersi le responsabilità di quanto si afferma ? 

E’ facile trincerarsi dietro a un semplice Cittadino e non è sufficiente come credenziale ! 

Ai lettori il giudizio !

Propongo qui di seguito l’articolo in questione:

LO STEMMA COMUNALE

Augusta-Stemma.jpgDa qualche tempo, in questa città che non sa amare se
stessa, si assiste ad un florilegio di stemmi comunali dalle forme a dai
colori bizzarri. Strane aquile malandate con ali malaticce affette da chissà
quali infermità aviarie e che in nulla ricordano la solennità dell’Aquila Sveva:
neppure nella corona imperiale;  campi
dello scudo verdi, azzurri, persino bianchi e celesti di cui non si comprendono
le origini; un cartiglio, che con l’appellativo regale di “Veneranda” attesta la
demanialità e quindi la diretta appartenenza della città all’Imperatore, che,
quando è presente, è di forma davvero sgraziata; la scomparsa dell’acronimo
S.P.Q.M.A. che da solo dovrebbe costituire l’orgoglio di un privilegio concesso
alla città e l’orgoglio della vicinanza 
con la nobilissima città greca di Mégara, vicinanza che altri centri –che pure
non vantano la storia né la competenza territoriale che può invece vantare
Augusta– ostentano, giustamente, nel loro stemma (penso a Melilli e persino a
Priolo Gargallo).

Davvero sconcertante è vedere, poi, che anche il sito
della Commissione comunale per il piano
di studi di storia patria
–che istituzionalmente ha un ruolo fondamentale
nella conoscenza, nella divulgazione e nella salvaguardia della storia della
città e dei suoi simboli– utilizza uno stemma raffazzonato. Se poi si accede al
sito del comune di Augusta si sfiora il ridicolo: nei pochi centimetri quadrati
della home page si possono individuare ben tre (sic!) stemmi comunali di diversa
forma e colore: il primo, quello per così dire “istituzionale”, con aquila
orrenda su campo verde; il secondo, l’unico dall’aspetto gradevole e più vicino
al vero stemma, utilizzato per la campagna sulla raccolta differenziata, con
aquila “presentabile” su campo verde; il terzo, davvero curioso, inserito
manifesto dell’assessorato alla
cultura
(proprio così, alla cultura!!) che pubblicizza l’estate augustana,
con aquila giallo limone (!) su campo celeste…

Ma davvero innumerevoli sono gli esempi che si possono
facilmente individuare nel web o nei manifesti sparsi sui muri della
città.

Come dire, ci si alza al mattino e che si fa? Un nuovo
stemma comunale…

Chi scrive è un Cittadino (credo sia credenziale
sufficiente) cresciuto nell’orgoglio di appartenere ad una città fondata dallo
“Stupor Mundi” che, oltre a darle il nome le ha donato lo stemma del suo casato,
non immaginando certo che gli ingrati Augustani lo avrebbero misconosciuto e
così vituperato. Questo non significa che chi scrive è contrario all’evoluzione
dei simboli, alla modernizzazione, all’adeguamento che i mutati gusti e i nuovi
mezzi di comunicazione di massa richiedono; mutamenti che, sia ben chiaro,
possono riguardare anche i colori, le forme e/o consistere anche in
stilizzazioni o semplificazioni. Anche l’attuale stemma ha subito modifiche nel
corso dei secoli.

Ma questo rinnovamento non può (non deve!) essere
affidato alla bizzarra fantasia (o dovrei dire alla insondabile ignoranza?) di
un tipografo, di un web designer o di un provider; ma deve (può!) essere il
frutto di un profondo e serio studio di chi ha gli strumenti, i titoli, le
competenze per farlo.

Ad Augusta esiste, appunto, una Commissione di storia patria, esistono
personalità dall’indiscutibile carisma in questo campo…  affidiamoci, vi prego, alla loro
intelligenza…

Se è vero, come dice qualcuno, che “il simbolo è la
migliore espressione culturale” di un popolo, lasciatemi dire che questa città
che non ha neppure un colore in cui identificarsi ha davanti un misero
futuro.

          Un cittadino che, suo malgrado, ama la sua
Città.

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