RINASCE LA CHIESA DEI NAVIGANTI

Dal maggio scorso la
chiesa dei naviganti, dedicata a Maria SS. Annunziata, è chiusa al culto per un
radicale intervento di restauro. L’iniziativa si deve all’amministrazione della
Confraternita guidata dal sig. Domenico Di Grande e al rettore Don Gaetano
Incardona che hanno avviato una serie di contatti per l’ottenimento del
necessario finanziamento. Il progetto, redatto dall’architetto Memmo Garsia è
stato adottato dalla SOCIETA’ AUGUSTEA che si è fatta carico di questo
intervento straordinario. “Ringrazio – ha detto il governatore Di Grande –  la direzione dell’Augustea che con squisita
sensibilità e munificenza ha permesso la realizzazione di questa importante
opera”. Purtroppo i fondi non bastano per i numerosi interventi che andrebbero
attuati ma questo non inciderà nella riapertura al culto della chiesa. Intanto,
dopo il rifacimento degli intonaci con speciali prodotti appositamente
selezionati per eliminare o almeno ridurre la forte umidità, si sta procedendo
alla sistemazione a norma dell’impianto elettrico. Avviata anche la
tinteggiatura della volta e della zona absidale. Sarà inoltre necessario il
restauro di alcune opere pertinenti alla chiesa; si tratta dei quattro altari
minori realizzati con la tecnica del finto marmo ricoperto da lastre di vetro,
dipinti, argenterie e quant’altro realizzato dalla fede genuina di chi ci ha
preceduto nella gestione di questa chiesa confraternale”.

Alle attività previste
dal progetto sono in corso – a cura degli stessi confrati – gli interventi di
recupero della cantoria e del bel portone ligneo. Un lavoro certosino che
giorno dopo giorno sta restituendo all’originario splendore opere di
straordinaria bellezza.

La chiesa
dell’Annunziata è un luogo caro alla devozione della gente del mare. Edificata
dai naviganti che versavano nelle casse della confraternita una parte del loro
guadagno per le esigenze di culto e della solidarietà tra i confrati.

L’esistenza di questa
chiesa è documentata sin dai primi decenni del XIV secolo anche se il terremoto
del 1693 fu consequenziale alla revisione dell’intero corpo di fabbrica che fu
ampliato secondo i canoni architettonici ed estetici del tempo. 

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